Ho letto un articolo che iniziava così:
"Corsi di inglese, tessis, tuffi, yoga: le vacanze impossibili dei nostri figli.
Ma io che cosa facevo dall’inizio di giugno all’inizio di ottobre, nella lunghissima fantastica pausa che mi portava da una classe all’altra delle elementari?
Io non facevo niente."
E mi ha fatto riflettere.
Avevo iniziato anche io così con Alice.
Tutta la settimana tra ufficio e nonna, la sera di corsa a casa e tra doccia e cena nemmeno un attimo di respiro, sabato mattina piscina, sabato pomeriggio in giro, sabato sera fuori a cena... poi mi sono fermata da sola.
Io stessa non ci stavo dietro. Avevo bisogno di una pausa. Di uno stop. Ho cominciato ad allentare i tempi, diminuire gli impegni.
Quando ad un anno ha iniziato il nido ho ridotto nuovamente il mio orario al lavoro. Inizialmente mi portavo il lavoro a casa ma poi ho imparato ad eliminare il superfluo, ad essere più svelta e pedere meno tempo, ed oggi riesco a fare tutto nelle mie ottooreattaccate dalle 9 alle 17... certo, TUTTO è una parola grande... direi che il necessaio viene svolto.
Anche la piscina è stata diradata. Gli impegni un pò dissolti.
Le giornate dei bambini d'oggi sono troppo frenetiche.
Io mi ricordo (ma avevo già 10/11 anni) interi pomeriggi d'estate a girare in bicicletta nella stradina dove abitavo (una strada chiusa fortunatamente), a raccontarmi storie con le mie amiche, ad inventare storie con le mie amiche.
L'unico nostro impegno fisso era guardare SARANNO FAMOSI... per noi un vero cult.
Non sono mai andata ad un campo estivo. Stavo a casa, mi trastullavo tra divano, giardino e cucina.
Oggi mi rendo conto che siamo troppo frenetici. Sopratutto noi genitori e tendiamo a trasmettere questa frenesia ai nostri figli.
Bisognerebbe cercare di respirare con più calma.
Per noi ma soprattutto per loro.
venerdì 29 aprile 2011
giovedì 28 aprile 2011
giovedì 21 aprile 2011
inca##atissim@
odio le pressioni
odio chi mi mette fretta
odio fare una cosa che non voglio
odio chi non paga i debiti
odio mangiarmi le unghie quando sono nervosa
odio le cerimonie
odio rompere la mia routine
odio questa crisi economica del ca##o
odio correre (in tutti i sensi)
odio l'indifferenza
odio non potermi difendere
odio la pioggia e l'umidità
odio i bugiardi e chi cerca di fregarmi
odio chi mi mette fretta
odio fare una cosa che non voglio
odio chi non paga i debiti
odio mangiarmi le unghie quando sono nervosa
odio le cerimonie
odio rompere la mia routine
odio questa crisi economica del ca##o
odio correre (in tutti i sensi)
odio l'indifferenza
odio non potermi difendere
odio la pioggia e l'umidità
odio i bugiardi e chi cerca di fregarmi
mercoledì 20 aprile 2011
Scorci di vita quotidiana...
Alice: "mamma cosa mi dai al massimo?"
Mamma: "un bacio?"
Alice: "noooo... un pezzo di pane!!!"
Mamma: "un bacio?"
Alice: "noooo... un pezzo di pane!!!"
martedì 19 aprile 2011
lunedì 11 aprile 2011
Il caffè della mattina è importante... se non indispensabile...
Venerdì mattina parto per un corso che mi avrebbe impegnato tutta la giornata con alcuni colleghi e lascio il mio socio solo in ufficio con alcune incombenze, tra cui andare a pagare un'autovettura di un ns. cliente.
Prima di venire in uffico, bello sereno e riposato (si fa per dire), si reca dal concessionario.
Parcheggia l'auto sotto gli uffici della Citroen e si dirige verso l'amministrazione.
Chiede l'attenzione di una impiegata.
"Buongiorno, sono della XXX e dovrei pagare un auto"
"Salve, chi è il venditore?"
"Non lo so... ma il cliente è YYY"
"Mah... il nome non mi dice nulla... l'auto è nuova o usata?"
"Nuova"
"Che auto è?"
"Una Peugeot 5008"
"Ma qui siamo alla Citroen!"
Alchè i due si guardano, il mio socio sfodera il suo sorriso più ammaliante, si da del cretino da solo, richiude la sua cartellina con i documenti, torna all'auto e va a cercare la concessionaria Peugeot che dista 200 mt dalla Citroen.
Ed ha avuto anche il coraggio di raccontarmelo :-)
Prima di venire in uffico, bello sereno e riposato (si fa per dire), si reca dal concessionario.
Parcheggia l'auto sotto gli uffici della Citroen e si dirige verso l'amministrazione.
Chiede l'attenzione di una impiegata.
"Buongiorno, sono della XXX e dovrei pagare un auto"
"Salve, chi è il venditore?"
"Non lo so... ma il cliente è YYY"
"Mah... il nome non mi dice nulla... l'auto è nuova o usata?"
"Nuova"
"Che auto è?"
"Una Peugeot 5008"
"Ma qui siamo alla Citroen!"
Alchè i due si guardano, il mio socio sfodera il suo sorriso più ammaliante, si da del cretino da solo, richiude la sua cartellina con i documenti, torna all'auto e va a cercare la concessionaria Peugeot che dista 200 mt dalla Citroen.
Ed ha avuto anche il coraggio di raccontarmelo :-)
lunedì 4 aprile 2011
Oggi si dorme al nido!
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